La Tesla e la Panasonic hanno deciso di collaborare per la creazione di una “Giga fabbrica”, un impianto destinato alla produzione in grande serie di batterie per auto elettriche.
La collaborazione dovrebbe abbassare il costo delle batterie di almeno il 30%. La fabbrica, voluta dal fondatore Elon Musk e battezzata “Gigafactory”, sarà situata negli Stati Uniti, ma non è ancora stato deciso se in Arizona, California, Nevada, New Mexico oppure Texas. Le due aziende si divideranno i ruoli così: la Panasonic costruirà le celle cilindriche agli ioni di litio mentre la Tesla si occuperà di assemblarle in pacchetti di batterie adatti all’uso automobilistico. Alla Panasonic toccheranno gli investimenti legati ai macchinari, mentre la Tesla fornirà il terreno e gli edifici e si occuperà della gestione dell’impianto.
La Gigafactory dovrebbe essere ultimata in circa due anni e una volta a regime, produrrà 50 GWh di batterie all’anno, impiegando 6.500 persone. Musk si è sempre lamentato di non riuscire a produrre abbastanza, e non della mancanza di ordini: nella lettera agli investitori pubblicata ieri, Musk promette di superare le 35.000 auto vendute quest’anno e raggiungere un ritmo di 100.000 unità l’anno alla fine del 2015. Entro il 2020 si punta addirittura al mezzo milione di auto l’anno. Inoltre sono previsti piani di allargamento della gamma, con una Suv chiamata Model X, attesa per la prossima primavera, e una berlina più compatta, la Model 3, nel 2017, ad un prezzo più “popolare”.
Quella della Tesla è una scommessa pesante sul futuro delle auto elettriche a batteria. Gli investimenti totali si aggirano intorno ai 5 miliardi di dollari di qui al 2020. JB Straubel, responsabile tecnico e co-fondatore della Tesla, ha dichiarato: “Non solo la Gigafactory garantirà il volume di batterie necessarie per la Model 3, ma apre la strada ad una sensibile riduzione dei costi dello stoccaggio dell’energia in un vasto campo di applicazioni”.
Quindi la Panasonic sembra essere in pieno accordo con la visione ottimista di Elon che si ritiene molto sicuro della riuscita del progetto e crede che una volta portata a regime la fabbrica tutto il mercato dei veicoli elettrici subirà una notevole espansione, mentre i più scettici sembrano essere Starndard & Poor’s, che lo scorso maggio ha bollato l’azienda californiana con un rating “spazzatura” (B-) a causa delle sue piccole dimensioni rispetto agli altri costruttori e dei rischi connessi al tipo di business.